Useppe: la voce che parla a tutti. Elsa Morante e la rappresentazione dell'infanzia in "La Storia"
Résumé
Nell'opera di Elsa Morante, la rappresentazione dell'infanzia riveste un ruolo molto importante: basti pensare alle favole e alle filastrocche apparse sul "Corriere dei piccoli" o ai racconti e poesie de "Il mondo salvato dai ragazzini". Vorremmo tuttavia incentrare la nostra analisi su "La Storia" in cui, fatto raro nella letteratura italiana, un bambino è assunto a protagonista dell'intero romanzo e ne costituisce una via d'interpretazione privilegiata. Useppe è il discrimine tra il mondo umano e il mondo animale, perché sa parlare il linguaggio degli uomini e delle bestie e ha un madre donna, Ida, e una madre cagna, Bella. Si tratta di un romanzo della maternità anche perché i padri falliscono e non le madri: non è un caso che alla fine tra i sopravvissuti ci siano proprio una madre e una figlia che perpetuano la vita. Useppe incarna poi quell'analfabeta a cui Morante dedica il suo romanzo: si fa cioè voce infantile di un messaggio che attraverso lui diviene comprensibile a tutti. Sarà infine interessante indagare le forme che questa rappresentazione dell'infanzia assume in Useppe, sia in rapporto agli studi di Jung sull'infanzia, sia all'influenza delle filosofie orientali.